sabato 2 luglio 2011

Biografia: Freddie Mercury


Brevi Tratti:

Freddie Mercury, pseudonimo di Farrokh Bulsara (Stone Town, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991), è stato un cantante, compositore e musicista britannico di origini parsi e indiane.
Membro fondatore dei Queen, rock band britannica nata nel 1970 di cui fece parte fino all'anno della sua morte, era noto per le sue esibizioni dal vivo e per le sue abilità vocali; Mercury infatti aveva una notevole estensione canora, arrivando a quattro ottave con l'aiuto del falsetto. Come compositore, ha scritto brani come Bohemian Rhapsody, Crazy Little Thing Called Love, Don't Stop Me Now, It's a Hard Life, Killer Queen, Love of My Life, Play the Game, Somebody to Love e We Are the Champions. Oltre all'attività con i Queen, negli anni ottanta intraprese la carriera da solista che lo portò a pubblicare due album, Mr. Bad Guy nel 1985 e Barcelona nel 1988, quest'ultimo frutto della collaborazione con la soprano spagnola Montserrat Caballé, il cui omonimo singolo divenne l'inno ufficiale
dei Giochi della XXV Olimpiade.
Malato di AIDS, è deceduto a seguito di una broncopolmonite sviluppatasi per via della deficienza immunitaria legata alla malattia stessa il giorno dopo la pubblica confessione del suo grave stato di salute. In suo onore, il 20 aprile 1992 venne organizzato il Freddie Mercury Tribute Concert, al quale parteciparono molti artisti musicali internazionali; i proventi di questo evento vennero utilizzati per fondare The Mercury Phoenix Trust, un'organizzazione impegnata nella lotta all'immunodeficienza umana.

I primi anni dei Queen:

« Anni fa ho pensato al nome Queen... È solo un nome, ma è molto regale e sembra splendido. È un nome forte, molto universale e immediato. Aveva un sacco di potenziale visivo ed era aperto ad ogni tipo di interpretazione. Ero certamente consapevole delle connotazioni gay, ma quello era solo uno dei suoi aspetti. » 

Nello stesso periodo, Farrokh Bulsara cominciò a farsi chiamare Freddie Mercury, decisione presa in seguito alla composizione della canzone My Fair King. Il 27 giugno 1970, anno in cui May presentò a Mercury Mary Austin, con la quale visse per sette anni, i tre, completati da Mike Grose, si esibirono per la prima volta in pubblico, a Truro, in un concerto di beneficenza per la Croce rossa. La band venne completata nel 1971 da John Deacon, anno in cui Mercury e il resto del complesso, con lo scopo di acquisire maggior confidenza con il palcoscenico, affrontarono il loro primo tour in Cornovaglia.Nel 1972, Mercury, grazie alla sua formazione come grafico, progettò il logo dei Queen, basandosi sullo stemma reale del Regno Unito e includendo nel logo i segni zodiacali dei quattro componenti della band. L'anno successivo uscì il primo album della band, Queen, con brani registrati in precedenza presso i De Lane Lea Studios; prima dell'uscita del disco, Mercury pubblicò i singoli I Can Hear Music e Goin' Back, rispettivamente cover dei brani di The Ronettes e Dusty Springfield, sotto lo pseudonimo di Larry Lurex.

I primi album della band vennero ben accolti dalla critica, con un rapido incremento della popolarità dei Queen; la volontà di Mercury era comunque quella di innovare il più possibile il loro stile musicale, attingendo ai più diversi generi musicali. Nel 1975 venne pubblicato A Night at the Opera, che consacrò definitivamente il quartetto. Il singolo Bohemian Rhapsody divenne il simbolo della creatività del gruppo e soprattutto del suo cantante, che ne fu l'autore; per la registrazione di questa sola canzone furono necessarie tre settimane, di cui una dedicata esclusivamente alla parte vocale centrale. Nel 1976, durante il A Night at the Opera Tour, i Queen visitarono il Giappone, la cui cultura influenzò notevolmente Mercury; Nei successivi anni, Mercury scrisse alcuni tra le più importanti canzoni dei Queen, come Somebody To Love (A Day at the Races, 1976), We Are The Champions (News of the World, 1977), Don't Stop Me Now (Jazz, 1979), Crazy Little Thing Called Love (The Game, 1979). Nell'ottobre 1979, il cantante si esibì con i ballerini del Royal Ballet in un galà di beneficenza presso il London Coliseum, cantando e ballando Crazy Little Thing Called Love e Bohemian Rhapsody.

I Queen negli anni 80:
i Queen si ritrovarono nell'agosto 1983, registrando The Works. Cominciarono poi una serie di lunghe tournée in tutto il mondo, come il The Works Tour; tra il 12 e il 19 gennaio 1985, la band partecipò a Rock in Rio, dove suonarono davanti a circa 250.000 persone in due serate; tra i momenti principali dell'evento, vi fu il duetto tra Mercury e i fan sulle note di Love of My Life. Il 13 luglio 1985 invece presero parte al Live Aid, un concerto umanitario organizzato da Bob Geldof che vide la partecipazione dei più importanti artisti internazionali, allo scopo di ricavare fondi in favore delle popolazioni dell'Etiopia, colpite da una grave carestia. I Queen si esibirono al Wembley Stadium di Londra ed i loro 20 minuti di canzoni "consegnarono alla storia i Queen e fecero di Freddie Mercury una leggenda"; sia la stampa, sia i 72.000 spettatori di Wembley, sia gli artisti, considerarono la loro interpretazione una delle migliori di tutti i tempi; Mercury costruì in questa esibizione "il mito di insuperabile frontman".
Il 29 aprile dello stesso anno uscì il primo album da solista di Mercury, Mr. Bad Guy, un disco pop caratterizzato anche da sonorità disco e dance; questo suo primo lavoro, prodotto da Reinhold Mack, contiene alcune tracce scritte da Mercury, originariamente composte per far parte di The Works, ma che in seguito furono scartate dalla band, come Made In Heaven, I Was Born To Love You, Man Made Paradise e There Must Be More to Life Than This; quest'ultima è frutto di una collaborazione con Michael Jackson risalente al 1983. Living on My Own fu una della canzoni di maggior successo dell'album, che complessivamente non ottenne notevoli risultati da un punto di vista delle vendite, arrivando comunque al sesto posto nella classifica inglese e restandovi per 23 settimane; negli Stati Uniti Mr. Bad Guy si fermò solo alla 159ª posizione.

Il 6 giugno 1986 i Queen cominciarono a Stoccolma il Magic Tour, che fu la loro tournée più grande e spettacolare.[54] Nelle 26 date, la band raccolse circa un milione di spettatori; l'11 e 12 luglio tornarono a suonare al Wembley Stadium, davanti entrambe le serate a 70.000 persone, per quelli che divennero due dei loro concerti più famosi e celebrati. Freddie concluse gli spettacoli sulle note di God Save The Queen, vestito da re, con pelliccia e corona. L'ultima esibizione della band si tenne il 9 agosto nel parco di Knebworth; questo fu l'ultimo concerto di Freddie Mercury, che si esibì davanti a 120.000 spettatori. 

Gli ultimi anni di vita:
Nel 1987 Mercury aveva abbandonato la sua vita pubblica, non organizzando più concerti e asserendo che un uomo di 40 anni non poteva saltare e cantare su un palco con una calzamaglia indosso. Alcune testate scandalistiche cominciarono a sospettare che Mercury fosse effettivamente malato; questi sospetti derivavano dall'aspetto del cantante, dall'improvvisa sospensione dei tour dei Queen e dalle confessioni di alcuni amanti pubblicate sulle pagine dei tabloid inglesi del tempo. Si fecero dunque sempre più rare le sue apparizioni pubbliche e Mercury si rifugiò sempre più nella Garden Lodge, la sua villa di Earls Court a Londra, costata oltre 4 milioni di sterline. Mercury nascose il segreto della sua malattia anche agli altri membri dei Queen fino al 1989, quando fu costretto a fare accertamenti clinici più specifici; durante questi esami, gli fu asportata parte di pelle dalla spalla sinistra e l'analisi confermò definitivamente la sua positività all'HIV. Sicuro della malattia, confessò la sua condizione agli amici più intimi nonché ai membri del gruppo
La sua ultima apparizione in pubblico fu nel video della canzone These Are The Days Of Our Lives, in cui il frontman appare molto dimagrito; il videoclip del brano, tratto dal suo ultimo album con i Queen, Innuendo, venne tuttavia reso pubblico solo dopo la sua morte, su sua precisa volontà. Mercury continuò a registrare canzoni, nonostante fosse molto debilitato dalla malattia e costretto a riposo per molte ore il giorno; solo circa un mese prima del suo decesso fu costretto da alcuni problemi polmonari a smettere di cantare, invitando gli altri membri dei Queen ad effettuare le ultime correzioni alle tracce registrate, per poterle poi pubblicare in seguito.
Freddie rientrò in Inghilterra ai primi di novembre 1991, per stare vicino ai suoi cari. Qui venne sottoposto ad alcune cure palliative, con medicinali che arrivavano di nascosto alla Garden Lodge; tuttavia il cantante diventò sempre più debole, non riuscendo ad alzarsi dal letto e cominciando a perdere la vista. Il 22 novembre 1991, Mercury convocò nella sua casa di Earls Court il manager dei Queen Jim Beach per redigere un comunicato ufficiale, che venne consegnato alla stampa il giorno successivo:
« ...Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia...  »

 A poco più di 24 ore dal comunicato, Mercury morì alle 18:48 del 24 novembre 1991 all'età di 45 anni; la causa ufficiale del decesso fu una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all'AIDS. I funerali, che si svolsero al Kensal Green Cemetery, furono celebrati da un sacerdote zoroastriano; secondo le sue ultime volontà, Mercury fu cremato e le sue ceneri affidate a Mary Austin, sparse poi probabilmente nei pressi del Lago di Ginevra. Tra i 35 presenti alla cerimonia, oltre ai familiari anche i suoi compagni John Deacon, Brian May e Roger Taylor, il suo compagno Jim Hutton e i cantanti Elton John, Michael Jackson e David Bowie.


Curiosità:

Freddie Mercury è spesso ricordato per sue le performance live, tenute solitamente negli stadi, con le quali riusciva a far interagire il pubblico con la sua teatralità, indipendentemente dalle dimensioni della manifestazione. Il cantante voleva che ogni esibizione delle sua band fosse uno spettacolo unico e originale, avvicinandolo ad un'opera teatrale, grazie anche alle sue doti di improvvisazione; il cantante era capace di creare uno stretto legame con il pubblico, caratteristica ammirata da numerosi artisti come Bob Geldof, David Bowie, George Michael, Kurt Cobain e Robbie Williams. Il frontman dei Queen era molto dinamico, spostandosi lungo tutto il palco, composto da scale e rampe, che dunque doveva essere necessariamente grande; l'asta di sostegno del microfono, solitamente un Shure Unisphere 565 SD,  veniva privata della base, per facilitarne lo spostamento lungo tutto il palco, divenendo anch'essa parte integrante della sua presenza scenica.
Nel corso della carriera il cantante di Stone Town tenne 707 concerti con i Queen, la maggior parte negli Stati Uniti d'America e nel Regno Unito, 4 con gli Ibex, 5 con i Wreckage e 3 con i Sour Milk Sea, oltre ad alcuni con i The Hectics.  David Bowie, al Freddie Mercury Tribute Concert, descrisse il cantante come "un uomo capace di tenere il pubblico nel palmo della propria mano". L'esibizione dei Queen al Live Aid del 1985, che vide il gruppo esibirsi allo stadio di Wembley davanti a 72.000 persone, è stata giudicata da un gruppo di esperti, ma anche dagli artisti presenti e dal pubblico, come la migliore esibizione dal vivo nella storia della musica rock; tali risultati furono trasmessi da un programma televisivo britannico, intitolato The World's Greatest Gigs.


Nessun commento:

Posta un commento