Il chitarrista dei Queen, definito “l’uomo mite del rock” ci racconta della sua passione per astronomia, di Axl Rose e dei tassi. Brian May non è il solito chitarrista. E’ uno studioso, un meticoloso ed educato accademico, con forti interessi da autentico nerd, come la fisica e la fotografia stereoscopica. In termini freudiani, è tutto super-io e nessun ego.
“Non mi importa di essere l’uomo mite del rock“, dice. “Mi sembra di essere una persona che ha bisogno di tutti questi diversi fili nella vita, per stimolare le diverse aree del mio cervello. Cerco anche di essere una persona di famiglia decente, se posso.”
May attualmente è impegnato la realizzazione di una serie enorme di re-release dei Queen per commemorare il 40° anniversario della band e il 20° anniversario della morte di Freddie Mercury. Ma, obblighi per la sua vecchia band a parte, May è anche noto per essere un sostenitore dei diritti degli animali.
L’anno scorso, si è trovato al centro di una tempesta sui tabloid quando ha sconfessato una notizia secondo cui dei bambini gemelli nella zona est di Londra erano stati attaccati da alcune volpi. “Volpi che attaccano i bambini?“, ha scritto sul suo blog. “Certo! E le scimmie voleranno fuori dal mio culo.”
“No, non rimpiango niente di ciò che ho detto“, dice oggi. “Io faccio tutto quello che posso fare in favore degli animali selvatici, come volpi e tassi.”
E con questo, si prepara a rispondere a una raccolta eccezionale di domande fatte dai fans e da personaggi famosi su astronomia, alimentazione e ciò che Freddie pensava davvero di Bohemian Rhapsody.
Vedi dei collegamenti tra musica e astronomia?
“La questione è strana, perché nella storia un sacco di grandi astronomi sono stati anche musicisti. E, un sacco di musicisti sono impegnati in astronomia. Quindi ci deve essere un collegamento in qualche parte della psiche umana. Io non trovo che si colleghino molto nella pratica. Suppongo che il grande esempio nella mia vita è la canzone ’39, che racconta di un viaggio nel tempo relativistico. La canzone parla del dramma umano piuttosto che della fisica del viaggio. E’ su A Night At The Opera. Si tratta di un uomo che, partendo per un viaggio per trovare nuovi mondi, al suo ritorno dopo quello che gli sembra essere un anno dopo, scopre che in realtà sono passati 100 anni. E’ la storia di ciò che trova quando torna. Non è proprio un tema di fisica, ma la fisica mi ha dato l’idea. No, io non le collego più di tanto, ma è chiaro che l’una può essere di ispirazione per l’altra. Funziona con tutte le diverse parti del cervello, suppongo.”
Discutevano molto i Queen in studio?
“Tutto il tempo. E’ stata una battaglia terribile, in particolare tra me e Roger. Sapete chi è stata la presenza pacificatrice? Freddie. Freddie era il più grande diplomatico in studio. So che è contrario alla sua immagine, lui si presenta come una figura molto testarda, ma è stato fantastico nel trovare compromessi e disinnescare la tensione in studio. C’è una lunga tradizione, il rapporto fraterno tra me e Roger, ma abbiamo sempre tirare in direzioni opposte. Va meglio in questi giorni. Oggi siamo entrambi cresciuti un pò. Di solito, se qualcosa va storto ora, dobbiamo solo chiamarci a vicenda e parlarne.”
Quando sei diventato vegetariano?
“E’ una cosa graduale. Io non sono un vegetariano perfetto. Tendo ad essere in viaggio lungo una linea. Non ho mangiato carne di manzo, agnello o maiale per un tempo molto lungo, ma ho indugiato a mangiare pesce di tanto in tanto. Sto diventando una persona che preferisce non mangiare latticini e un sacco di cose che hanno a che fare con questioni di crudeltà sul bestiame da latte. C’è una proposta per introdurre un enorme caseificio-fabbrica a Monkton, dove ci saranno migliaia di bovini collegati a macchine per tutta la loro vita senza che possono mai vedere la luce del sole. Lo trovo spaventoso. L’industria casearia sta anche spingendo molto affinché si possano uccidere tassi appena nati, in nome della ricerca sulla tubercolosi bovina. Per me questo è un crimine contro natura, contro la decenza.”
Come sei stato coinvolto nella realizzazione dell’album Chinese Democracy dei Guns’ n’Roses?
“Non riesco a ricordare quando ho incontrato Axl [Rose], ma li abbiamo invitati a suonare nel [1992] al tributo per Freddie. Hanno fatto un lavoro fantastico, e anche donato un sacco di soldi per il Mercury Phoenix Trust. A seguito di questo, la mia band solista ha supportato i Guns in tour e siamo andati molto bene. La gente pensa ad Axl come una persona difficile, ma lui era sempre molto attento a me. Quando stavano facendo l’album, dopo chissà anni-uanti, stava parlando con il vecchio produttore dei Queen, Roy Thomas Baker, che faceva parte della produzione per i Guns, e sono venuti da me con l’idea di aiutarli a trovare una direzione. Sono andato a incontrarlo e lui mi ha fatto ascoltare quasi l’intero album. Abbiamo avuto una lunga notte a parlare per capire le direzioni possibili, e poi ho avuto un paio di giorni per cercando le cose giuste da fre. Penso di aver suonato nell’arco di due anni e mezzo, ma senza finire le mie parti. I Guns hanno poi utilizzato circa 10 chitarristi! Ho un primo mix di queste tracce da qualche parte nel mio archivio, ma io non ho intenzione di permettere a nessuno di ascoltarli, per fedeltà a Axl! E’ stato divertente aiutare un amico.”
Cosa rispondi a coloro che ti accusano di aver distrutto l’eredità dei Queen suonando con Paul Rodgers?
“Hmm. La cosa bella di lavorare con Paul è che aveva nulla di simile a Freddie. Non avrebbe funzionato se avessimo avuto qualcuno che suonava come Freddie. La collaborazione non è stata pianificata o premeditato. Abbiamo eseguito “All Right Now” in un concerto per l’anniversario della Fender e si sentiva che tra noi c’era come una combinazione naturale. Allora la fidanzata di Paul, che poi divenne sua moglie, disse: ‘Voi due avete bisogno solo di un batterista.’ Ah ah! Quindi Roger si è interessato e abbiamo fatto un paio di concerti che sono andati bene. Improvvisamente il tasto è stato premuto. Abbiamo suonato in posti incredibili, facendo concerti di massa negli Stati Uniti e in Europa e, infine, abbiamo girato anche in Sud America. Penso, a questo punto, che alcune crepe cominciavano a mostrarsi, ed era difficile mantenere il nostro equilibrio interno. Penso che abbiamo fatto di tutto per mantenere la nostra amicizia! In ogni caso sarebbe stato sciocco per Paul essere solo un frontman dei Queen. Ha così tanto della propria storia e dell’eredità personale da perseguire. E’ ancora un uomo di blues, con le sue caratteristiche personali.”
Può spiegare il tuo punto di vista da attivista dei diritti degli animali?
“Il nostro modo di trattare tutti gli animali è la via d’uscita. Si tratta di pensare e sentire le creature non così diversi da noi. Noi trattiamo gli animali in modo spaventoso. Ci deve essere una fondamentale rivalutazione di cui gli esseri umani devono farsi carico. Questa è la radice della mia campagna elettorale. Se il governo persiste nel tentativo di cancellare la nostra fauna locale, perché non può risolvere i problemi della fauna selvatica, allora dobbiamo protestare con forza. Dobbiamo colpire la gente dove fa male.”
Pensi che la sessualità di Freddie abbia danneggiato la popolarità dei Queen?
“Nel complesso, no. La sua sessualità era un segreto di Pulcinella, anche se c’era chi se ne preoccupava, soprattutto tra i fans. Hanno rifiutato di credere che avesse tendenze gay, ah ah. Ma la quesione ci ha riguardato in America, in particolare quando abbiamo fatto il video di I Want To Break Free. Come sapete, si basava su una parodia di Coronation Street. Questo video è nato dall’idea della fidanzata di Roger e, naturalmente, Roger era una studentessa molto convincente. Tutti coloro che hanno lavorato sul video sono finiti per avere delle fantasie su di lui! Il travestimento è stato uno scherzo che è stato ben compreso in Gran Bretagna, ma non negli Stati Uniti. Sono stato in America a quel tempo e un sacco di persone rimaste scandalizzate alla vista di noi travestiti da donne. Le rock star non si vestono in abiti femminili, le rock star non sono omosessuali. Penso che, in combinazione con poche altre cose, questo ha ucciso la nostra carriera in America.”
Quando è stata l’ultima volta che hai parlato con John Deacon?
“Noi non comunichiamo. Questa è una cosa strana da dire, non è vero? Ma questa è davvero la sua scelta, perché lui non vuole avere a che fare col business. Noi comunichiamo in modo indiretto, quando ci sono decisioni di business da prendere, perché John è ancora molto interessato a quel lato delle cose. E’sempre stato bravo in quel ruolo. Ma lui non vuole avere niente a che fare con le esibizioni. E questo è qualcosa che noi rispettiamo.”
Come valuti oggi un disco come Hot Space?
“Ha! Probabilmente non è il mio album preferito dei Queen, ma c’è un sacco di roba buona lì. Penso ce ne sia in ogni album che abbiamo fatto! I semi di questo disco sono venuti da John [Deacon] e dala sua reazione alla complessità dei nostri precedenti lavori. Diceva che alcune delle cose migliori sono anche quelle semplici, come il funky, che aveva un sacco di spazio. E ‘spazio’ è diventata una parola d’ordine per noi e ci ha portato in direzioni nuove. Aveva anche molto a che fare con il lavoro a Monaco di Baviera. Dopo il lavoro andavamo in queste ‘discoteche rock’, come le chiamavano i tedeschi. Abbiamo deciso che poteva essere una buona cosa fare il tipo di musica che suona bene in quelle situazioni, con un sacco di spazio da respirare per renderla funky.”
Cosa pensava Freddie della vostra collaborazione con i Bad News per la loro cover di Bohemian Rhapsody?
“Oh, l’ha amata. L’umorismo di Freddie è qualcosa che è compreso dai fans, ma non tanto da altre persone. E’stato una compagnia divertente Chi lo ha visto dal vivo sa che poteva essere un grande clown. Mi ricordo di lui mentre guardava il film Wayne’s World col timore che potesse offendersi per la parodia di Bohemian Rhapsody. ‘Cara, questo mi fa ricordare come eravamo abituati a prenderci per il culo.”
E adesso vi proponiamo le domande che alcuni personaggi famosi hanno rivolto a Brian May in occasione di questa intervista.
Hank Marvin (chitarrista): Brian, una componente distintiva del tuo suono è il vibrato molto forte. Questo è dovuto ad una naturale tendenza a tremare, oppure è il risultato del duro lavoro e della pratica? In quest’ultimo caso, ti prego di condividere con noi come si può sviluppare un vibrato così favoloso!
Beh Hank ovviamente ha il suo vibrato distintivo, prodotto con la mano destra. Lui usa il braccio per variare leggermente l’intonazione e ha un vibrato molto ricco, espressivo e distintivo che era un culto per tutti noi ragazzi ai vecchi! Il mio è diverso. E’ fatto soprattutto con la mano sinistra. Io uso solo il braccio del tremolo per addolcire le cose. Il vibrato ogni chitarrista è diverso. Eric Clapton usa molto la mano sinistra facendola fluttuare nell’aria, creando così una sorta di oscillazione lineare, se posso esprimermi così, come un fisico! Per me, il giunto che unisce il primo dito della mano è sempre ancorata al collo, e oscilla sempre e ruota attorno a quel punto. Quando lo faccio, non importa quale dito è sulla corda, in quanto è il punto cardine che produce il movimento laterale che crea il vibrato. Una volta che sai che c’è, bisogna solo capire come controllarlo.
Sir Patrick Moore (scienziato): Come ci si sente ad essere di nuovo nel mondo di astrofisica?
Parte del motivo che mi ha spinto a tornarvi è proprio Patrick. Lui è diventato un grande amico nel corso degli ultimi 10 anni o giù di lì, ed è stato incredibilmente incoraggiante e persistente nel farmi riprende il lavoro sul mio dottorato, che ho completato un paio di anni fa. E’ bello avere di nuovo quella porta aperta. Provavo un senso di lavoro incompiuto. Ora mi sento in contatto con tutta una comunità di astrofisici, una cosa molto importante per me.
Wilko Johnson (chitarrista): Che telescopio usi? E qual è la cosa più incredibile che hai visto con questo strumento?
Non avevo idea di Wilko fosse un appassionato astronomo! Ho un Meade da 10 pollici, il tipo di strumento che ho sempre voluto. Non molto tempo fa mi sono costruito un grande osservatorio nel quale ho installato questo telescopio. Ha una funzione “start”, che permette di seguire le stelle che si osservano. La cosa buffa è che io per lo più tendo a utilizzare il piccolo telescopio riflettore da quattro pollici che ho costruito con mio padre quando ero un ragazzino. In gran parte perché è più facile uscire e girare per osservare se c’è qualcosa nel cielo che richiede urgentemente attenzione. E funziona ancora veramente bene. La cosa più incredibile che ho visto? Beh, Saturno è sempre la cosa più straordinaria che è possibile vedere con un telescopio. Quando Galileo lo ha osservato per la prima volta, ha pensato che fossero due piccoli cerchi collegati tra loro. Deve essere stato un momento incredibile per lui quando ha lavorato per capire di cosa si trattasse. Ma, come Wilko sa, ci sono così tanti luoghi meravigliosi che si possono vedere con un telescopio.
Fonte: Queenheaven.it
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